Perché Lucho & David hanno vinto le elezioni in Bolivia

Di Pablo Solón, da Fundación Solón.

Traduzione di Alessandro Peregalli e Carlotta Ebbreo. Commento di Alessandro Peregalli.

Domenica scorsa il Movimiento Al Socialismo (MAS) ha trionfato al primo turno del suffragio presidenziale boliviano con un risultato superiore a ogni pronostico, così netto da sventare qualunque possibilità di brogli. È passato meno di un anno dalla rielezione (illegittima) di Evo Morales seguita da un colpo di Stato civico-poliziesco-militare. Gli 11 mesi di “governo di fatto” di Jeanine Añez, autonominatasi bibbia in mano in seguito all’esilio forzato di Morales e del suo vice Álvaro García Linera, è stato un vero incubo: massacri di indigeni nelle località di Senkata e Sacaba, persecuzione politica a esponentidel MAS, ritiro dall’ALBA e dall’UNASUR e rottura delle relazioni diplomatiche con Venezuela e Messico, firma di un accordo di prestito con l’FMI, liberalizzazione e fomento di nuovi OGM e dell’agroindustria e una gestione sciagurata della pandemia, con annesso collasso del sistema sanitario nazionale e scandali di corruzione relativi all’importazione di ventilatori. E più in generale, forte crescita del suprematismo bianco e meticcio contro la maggioranza indigena del paese.

La battuta d’arresto del golpe e la sconfitta di chi lo ha sostenuto, dal liberale Mesa al neo-fascista Camacho, rappresenta un indubbio sospiro di sollievo per le sorti di un continente che ha assistito negli ultimi anni a un’avanzata reazionaria molto forte. Tuttavia, sarebbe ingenuo pensare che basterà una vittoria elettorale a fermare forze potenti e determinate a tutto pur di continuare a perpetrare la razzia neocoloniale di Nuestramérica. Altrettanto ingenuo sarebbe pensare che il MAS che ritorna al governo oggi possa essere radicalmente diverso da quello che, per lo meno a partire dal 2011 con la repressione degli indigeni che si opponevano alla costruzione di un’autostrada e alle trivellazioni di petrolio nella riserva naturale del TIPNIS, ha dato prova di autoritarismo, cinismo politico e disprezzo per la Madre Terra, elogiata nel discorso ma saccheggiata nei fatti da una politica economica estrattivista.

Ci sono tuttavia indizi positivi nella vittoria di domenica. Un fattore determinante è stato la riattivazione della protesta sociale, operaia e indigena nel contesto della pandemia, che ha visto il riavvicinamento di settori sociali che si erano trovati profondamente divisi negli ultimi anni, nella polarizzazione tra chi appoggiava e chi si opponeva al governo di Evo. Il ruolo di David Choquehuanca, punto di riferimento delle correnti indianiste aymara e a lungo emarginato dal plenipotenziario García Linera, ma imposto come candidato a vice-presidente dai movimenti sociali, è in qualche modo rappresentativo di questa riarticolazione. Sarà sufficiente un rinnovamento del MAS per rompere con le élite estrattiviste e latifondiste in uno scenario marcato da crisi profonda, relativo isolamento internazionale e forte dipendenza economica nello scacchiere economico internazionale?

Pablo Solón, intellettuale ecologista, ex ambasciatore boliviano all’ONU, ex alleato di Evo Morales divenuto poi forte critico, analizza il voto, conscio che le possibilità di cambiamento reale risiedono ancora una volta nella capacità organizzata delle classi popolari di assumersi quella missione storica che mai nessun caudillo potrà davvero compiere per conto loro [Alessandro Peregalli].

Il MAS (Movimiento Al Socialismo, NdT) ha vinto le elezioni in Bolivia al primo turno. Due exit poll (Ciesmori e Tu Voto Cuenta), basati su campioni differenti, sostengono che Luis (Lucho) Arce e David Choquehuanca avrebbero ottenuto più del 50% dei voti e avrebbero una differenza di oltre il 20% dei voti con il secondo: Carlos Mesa di Comunidad Ciudadana (CC). Dobbiamo ancora aspettare i risultati del conteggio ufficiale che saranno disponibili mercoledì o giovedì, ma l’andamento dei risultati difficilmente cambierà in modo sostanziale quanto previsto da questi due exit poll.

Perché hanno vinto Lucho & David?

1) Il disastroso governo di Añez. In 10 mesi di governo, nel mezzo della quarantena, sono scoppiati diversi casi di corruzione e nepotismo. La gestione della pandemia e dell’economia è stata pessima. In mezzo alle sofferenze della gente i vecchi politici tornati al potere non hanno perso un secondo nel cercare di riempirsi le tasche. Con uno stile simile al precedente governo del MAS, chiunque avviasse indagini contro il ministro Murillo (ministro di Governo, una sorta di sottosegretario alla presidenza, NdT) e contro coloro che circondavano Añez veniva licenziato. In 10 mesi ci sono stati innumerevoli cambiamenti di ministri e autorità. Il governo di Añez ha dimostrato con i fatti che un governo dell’opposizione poteva essere peggiore del governo MAS.

2) La pandemia che ha aggravato una crisi economica già in atto. La stabilità monetaria è stata mantenuta, ma l’economia reale ha subito un duro colpo soprattutto per tutte le persone che vivono quotidianamente nell’economia informale. La paura che questa situazione economica peggiori e la speranza che con un nuovo governo MAS, guidato dal suo ex ministro delle finanze, torni anche il buon momento economico precedente.

3) Le elezioni del 2020 non sono state dominate dalle proposte, ma da paure e processi di identificazione socio-culturale. I programmi del MAS e del CC hanno più coincidenze che differenze e in generale sono ampiamente sconosciuti agli elettori. Gli attacchi del governo di Añez, Murillo e Camacho hanno reso il MAS una vittima e hanno suscitato le paure più profonde di ampi settori della popolazione con radici indigene. La destra ha scommesso sulla paura del ritorno di Evo Morales. Il MAS ha alimentato la paura del ritorno della destra neoliberista razzista e di un ritorno all’instabilità economica. Mesa e CC non hanno compreso né si sono avvicinati al mondo popolare indigeno.

4) Lungi dal ripristinare lo stato di diritto e dal chiarire fatti gravi come i massacri di Senkata e Sacaba, il governo di Añez ha usato la giustizia per vendicarsi. Lungi dall’insistere su un processo di riconciliazione e di accordo minimo tra tutte le forze politiche per affrontare la pandemia, ha cercato, come il suo predecessore, di perpetuarsi al governo utilizzando le risorse pubbliche in una candidatura frustrata.

5) L’ecocidio del 2019 si è ripetuto nel 2020 con l’incendio di milioni di ettari di foreste. Lungi dall’abrogare in tempo i decreti incendiari (decreti governativi firmati dall’ultimo governo del MAS che autorizzavano l’incendio di alcune aree di foresta amazzonica per l’espansione della frontiera agricola, NdT), il governo di Añez ha dato ancora più vantaggi al settore dell’agribusiness: procedura abbreviata per l’approvazione di altri OGM, esportazione illimitata di prodotti agricoli che contribuiscono alla deforestazione, apertura a piantagioni commerciali di eucalipto e altro. Se il governo di Evo aveva come alleato l’agribusiness, il governo di Añez è emanazione diretta di questo settore.

6) Carlos Mesa e Comunidad Ciudadana hanno scommesso sull’inerzia. Credevano che continuasse lo scenario delle elezioni del 2019, polarizzato dalla rielezione di Evo Morales, in cui il loro bacino elettorale era cresciuto a causa del voto anti-MAS piuttosto che per una reale identificazione con la loro campagna/proposta politica. La pandemia, la crisi economica, sociale e ambientale non li hanno portati a cercare un ripensamento della loro strategia né un avvicinamento alle organizzazioni popolari. Speravano che all’ultimo minuto si concretizzasse l’unità nel voto, cosa che non è avvenuta perché lo scenario e gli attori erano cambiati.

7) Il MAS non ha vinto grazie a Evo ma nonostante Evo. Evo voleva emarginare David Choquehuanca, il candidato scelto dalle organizzazioni sociali prevalentemente indigene dell’altopiano e delle valli della regione di La Paz. Il trionfo del MAS è stato travolgente nelle aree rurali di queste regioni in gran parte a causa della candidatura di David. Un altro sarebbe stato il risultato se il MAS fosse andato con il binomio Lucho-Pari, che Evo Morales voleva imporre. Dopo quasi un decennio, le organizzazioni sociali indigene dell’altopiano e delle valli hanno assunto una determinazione democratica dal basso che le ha fatte solo parzialmente prevalere davanti a Evo, perché la loro posizione originaria era David candidato presidente. Il risultato delle elezioni del 2020 mostra che nel 2019 il MAS avrebbe vinto le elezioni senza problemi se avesse smesso di insistere sulla rielezione incostituzionale di Evo Morales.

8) Il trionfo del MAS alle elezioni del 2020 non rappresenta un assegno in bianco. Come lo stesso Luis Arce ha riconosciuto, dopo aver appreso i risultati degli exit poll, ci sono diversi errori delle gestioni governative precedenti del MAS che devono essere corretti. La domanda è a quali errori si riferisce e se il suo governo sarà in grado di correggerli e avviare una seconda fase rinnovata del proceso de cambio. Il risultato elettorale non significa che quello che è successo nel 2019 sia stato semplicemente un complotto organizzato dalla destra, né rappresenta una vittoria pura e semplice per il progressismo internazionale. Diversi rappresentanti di organizzazioni sociali contadine indigene hanno espresso profonde critiche al modus operandi tradizionale della sinistra e alle sue strategie di afferrarsi al potere.

Che succederà con il governo di Lucho e David? 

9) La chiave per un rilancio del proceso de cambio non si trova propriamente nel futuro governo, ma nella capacità di autogestione e di autonomia delle organizzazioni sociali, e nella loro capacità di riprendere il corso delle proposte alternative ad ogni livello. Ciò implica la capacità di vedere oltre le loro rivendicazioni immediate, proporre una strategia per la Bolivia che superi la già esaurita Agenda di ottobre 2003 (Agenda Politica elaborata dai movimenti sociali boliviani durante la Guerra del Gas, e adottata dal primo governo Morales dal 2005, che portò al processo costituente, NdT ), e riarticolare alleanze con i settori sociali urbani. 

10) Il governo di Lucho e David non sarà un governo uguale a quello di Evo Morales, sia perché lo scenario è diverso, sia perché il gioco forza all’interno del MAS è cambiato. Ad oggi il futuro governo del MAS è già spazio di controversie. Evo Morales ed i suoi attueranno ogni sforzo per controllare il governo, e questo implica arginare e cooptare nuovamente le organizzazioni che appoggiano Choquehuanca.

11) Il futuro governo soffrirà un rapido logorio vista la gravità della crisi economica. La diminuzione delle riserve internazionali, la pressione per la svalutazione delle monete dei paesi vicini e il retrocesso dell’economia rendono impossibile che il governo del MAS possa soddisfare le sue promesse di stabilità e crescita economica e che possa rispondere alle innumerevoli richieste della popolazione. La ricetta applicata a partire dal 2015, di fomentare l’economia attraverso l’investimento pubblico, con risorse del debito estero e con riserve estere, non è sostenibile a corto raggio. Questo è il momento di sanare la situazione e rivedere in modo trasparente e democratico la proposta dell’economia estrattivista che è stata incoraggiata dal governo di Evo Morales. 

12) Il nuovo governo del MAS richiede una spinta verso un processo di riconciliazione e unità delle e dei boliviani. Ciò non può essere possibile senza dialogo e al di fuori di un processo di concertazione. Questo processo può essere svolto come in passato, attraverso la redistribuzione delle concessioni all’agroindustria, al sistema bancario, a quello estrattivo e ad altri settori del potere, o attraverso un processo di convergenza basato sulla Costituzione del 2009. Il governo può optare per dare continuità alle politiche a favore degli OGM, dei bio-combustibili e dell’esportazione di carne ad ogni costo, o può in alternativa riprendere il percorso della Funzione Economica e Sociale, dei diritti di Madre Terra, ed una promozione effettiva dell’agroecologia in Bolivia. Attualmente, mentre Luis Arce propone come piano strategico la produzione massiva di biocombustibili, David Choquehuanca mette in questione l’espansione della produzione OGM.  

13) L’indipendenza e la separazione dei poteri dello Stato è un ulteriore tema cruciale. L’orientamento di Evo Morales e del suo gruppo è controllare tutti i poteri dello Stato per evitare controversie e per poterli utilizzare contro i suoi avversari. Elementi che hanno caratterizzato il governo di Evo Morales sono stati il controllo e la sottomissione della giustizia, del parlamento, della corte elettorale, della corte dei conti, della defensoría del pueblo (istituzione incaricata di far valere il rispetto, la diffusione e la promozione dei diritti umani nel paese, NdT) e dei mezzi di comunicazione. Se il governo di Lucho e David mantiene questa traiettoria, ben presto assisteremo al rinascere di forti rivendicazioni civiche.  

14)  Evitare nuovi casi di corruzione e portare a giudizio i casi di corruzione del governo di Evo Morales è un tema fondamentale. In questo ambito con il governo di Luis Arce e David Choquehuanca la popolazione avrà meno pazienza di quella che ha avuto con quello di Evo. Una cosa è la percezione di un panorama di corruzione in tempi di abbondanza, ben altra cosa è come la si percepisce in tempi di crisi acuta. 

15) Durante i precedenti governi del MAS è sorta una nuova borghesia associata alla burocrazia statale, ai contratti pubblici, al commercio, al contrabbando, alle cooperative minerarie e alla produzione di foglia di coca legata al narcotraffico. Questi nuovi settori del potere hanno avuto un peso crescente nelle principali decisioni adottate dal governo di Evo Morales. Potenziare la capacità di autonomia e autogestione e il peso dei movimenti sociali ed emergenti è la chiave per contrastare queste nuove élites.  

Un tema fondamentale rimane se la società boliviana nel suo insieme sarà capace di far prevalere l’etica al di sopra del pragmatismo politico. Senza questo passaggio non c’è futuro. Le decisioni che dovrà assumere il futuro governo saranno molto difficili. Sarà possibile affrontare questa situazione solo se verrà promossa una discussione ampia, sincera e trasparente all’interno delle organizzazioni sociali e dell’intera società. 

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