Por/Di Fabrizio Lorusso (¿?)
La Barba di Fidel. Poesia bilingue dal NordAmericaLatina
La barba di Fidel
In un angolo remoto del pomeriggio sei diventata città e cielo
hai ordinato pioggia fresca estiva alla cameriera
per affogare gli ultimi rimasugli di sobrietà
che ci rimanevano tra le mani.
Hai donato un paio di nomi e colori a un cane randagio
senza saperne nulla di pittura o poesie deliranti
e una cascata di birra s’è congelata in caduta libera
sui tuoi pensieri più assetati e nascosti
morti d’insonnia insieme ad altri che dicono d’essere miei.
Un’altra ora d’arte e ti sei allontanata immortale
proprio come l’avevamo sempre immaginato
ma come fai mentre dormo a rubarmi una costola e una promessa?
“Taglierò un ciuffetto di barba al vecchio Fidel e sarà per te”.
Così tanto era impazzita la mia voce bruciata!
Naviganti tra le rime e l’antica violenza del NordAmericaLatina
abbiamo frustato i nostri ricordi e i sapori dell’avvenire
ci hanno deriso, noi due, infinite rarità dell’altro mondo.
Metteremo da parte i silenzi tatuati su parole di piuma
lievi come soffi di cannella sul caffè che ancora ti devo
e la pioggia che hai voluto, vedi, è caduta pura puntuale, vedi, l’ho scritta.
La città complice danzando strada dopo strada
coi suoi angoli distratti e i vicoli ciechi addormentati
gli anfratti solitari in cerca di compagni d’avventura
ha finto di chiudere il suo occhio attento di sorella maggiore
durante le vertigini ammiccanti della sera, senza rimproveri
baci di labbra identiche per solitudini così diverse.
In fin dei conti, siamo risa e pianti in comune
ci sorridiamo da lontano, ci assomigliamo da vicino
ci spegniamo in un silenzio stellare di luce giovane
scompariamo nell’aldilà del paradiso in terra
galleggiamo in mari di vita orizzontale e svenimenti
divine rivoluzioni come la verità che impariamo:
il vino e le gambe insegnano che non possiamo più separarci.
Sto consegnando una lettera ad un gelido schermo addolorato,
un server schiavo collegato a una scossa di fibra ottica
e, infine, alle tue pupille ipnotizzate da questa meraviglia
che è arrivata giusto in tempo, assecondando i miei sogni
in attesa di segnali, errori ed accenti da parte tua
mentre abito le ultime ore come un diavolo innamorato
che quando se n’è accorto era troppo tardi
e aveva già bruciato tutta la barba del povero Fidel.
Por/Di Fabrizio Lorusso (¿?)
Por/Di Fabrizio Lorusso (¿?)
bravo fabri che bella fotografia, mi sembra di avervi visto dell’alto o da dentro li in ammerica!
mi piace il tuo osare un pò latino un pò nostro generoso e profondo.
leggerò ancora.
que la suerte te abra los caminos de la inspiracion!
un abrazo grande
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