Estratti da Punto e a capo, il libro intervista al Subcomandante Marcos

E’ uscito finalmente in Italia “PUNTO E A CAPO. Presente, passato e futuro del movimento zapatista”, la traduzione del libro “CORTE DE CAJA. Entrevista al Subcomandante Marcos”, arrivato alla sua quarta ristampa in Messico e già tradotto in tedesco, che comprende una lunga intervista realizzata in due sessioni dalla giornalista messicana Laura Castellanos alla più nota figura e portavoce dell’EZLN (Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale), il Subcomandante Insurgente Marcos a 7 anni dall’inizio dell’esperimento autonomo delle Juntas de Buen Gobierno e a 4 anni dal lancio dell’iniziativa politica della Otra Campaña, proposta come alternativa dal basso al sistema politico fondato sulla rappresentanza dei partiti tradizionali.
Il libro rappresenta un bilancio a 7 anni dall’inizio dell’esperimento autonomo delle Juntas de Buen Gobierno e a 4 anni dal lancio dell’iniziativa politica della Otra Campaña, proposta come alternativa dal basso al sistema politico fondato sulla rappresentanza partitica.
Dal 18 novembre è infatti nelle librerie PUNTO E A CAPO. Presente, passato e futuro del movimento zapatista, edito da Edizioni Alegre con oltre cento pagine di dialoghi realizzati dalla giornalista messicana Laura Castellanos con Marcos, alias Delegado Cero, e alcune foto inedite, scattate dal fotografo messicano Ricardo Trabulsi, del Subcomandante sullo sfondo del caracol de La Garrucha in Chiapas.
Trovalo qui: http://www.lafeltrinelli.it/products/9788889772348/Punto_e_a_capo/Subcomandante_Marcos.html?cat1=1&cat2=1101&cat3=20131
http://www.ndanet.it/puntoeacapo.php
Ecco infine alcuni brevi estratti delle parole di Marcos:
Risultati:
“L’EZLN si trova in uno stato d’indeterminazione, siamo abituati a questo ed è così che ci vengono meglio le cose”.
“Nelle comunità zapatiste non è che si sia ricchi però non c’è più la fame. Prima c’era mentre ora tutti hanno da mangiare grazie al loro lavoro”.
“Quello che è successo con l’Ezln è che l’organizzazione ha prodotto un altro tipo di persone: la gioventù che è cresciuta nella resistenza”.
“Quello che vogliamo è evitare che la politica sia dei professionisti e che diventi una carriera o un modo di vivere”.
“D’altra parte si tratta di un processo di governo partecipativo. Vogliamo farla finita con l’idea secondo cui governare è una faccenda da specialisti”.

Ripensamento personale:
“Se pensassi di cambiare qualcosa sarebbe questo, non essere stato così protagonista nei media”

Amore:
– Come vivi l’amore in clandestinità?
– Cazzo! Difficile! – Lo disse con sincero rammarico. – Adesso è più complicato di prima, quando io ero io, mentre ora non sono più interamente io. Oggi sono in parte me stesso e in parte un altro.

I mass media:
– Tanto per fare un esercizio di giornalismo, chi ti piacerebbe intervistare?
– Mi piacerebbe intervistare un pezzo grosso di una qualche televisione come Emilio Azcárraga Jean di Televisa o Ricardo
Salinas Pliego di Televisión Azteca per chiedergli come fanno a rovesciare la realtà dei fatti.
Oppure il padrone della Cnn per domandargli come hanno riscritto tutta la storia della prima guerra in Iraq per presentarla in una determinata maniera. Chiederei loro anche come si sentono quando lo fanno.

Passamontagna:
– E che si sente ad andare in giro con il passamontagna?
– Molto caldo quando fa caldo e quando fa freddo, siccome la tela è molto sottile, si attacca alla pelle e si indurisce. Davvero, non mi solleverò più in armi con il passamontagna!
Latino America:
“Il Che ci ha anticipato. È un uomo di una generazione che non è ancora nata”.

Gli irrinunciabili:
“Sì, ho un esemplare del Don Chisciotte. I libri a volte me li porto dietro per un po’ e dopo li mollo, ma gli irrinunciabili sono il Chisciotte, un’antologia di Miguel Hernández e un’altra di Pablo Neruda, I versi del Capitano”.

Futuro:
“L’EZLN si trova in uno stato d’indeterminazione, siamo abituati a questo ed è così che ci vengono meglio le cose. Sappiamo su che cosa non possiamo contare. Non sappiamo se quello che s’è risvegliato durante la Otra Campaña, e la gente sparsa per tutto il Paese, apriranno la strada a una nuova forma di organizzazione per portare a termine il programma nazionale di lotta, o se quella strada la dovrà aprire l’Ezln da solo”.

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