Domani 4 milioni di honduregni sono chiamati a votare per il rinnovo del parlamento e del presidente, eletto direttamente dal popolo, e finora solamente 5 paesi hanno preannunciato che riconosceranno le elezioni come legittime indipendentemente dal risultato: gli Stati Uniti, Panama, il Perù, la Colombia e il Costa Rica, il cui presidente Oscar Arias era stato incaricato di mediare nel conflitto che dal 28 giugno ha alterato le regole civili e democratiche nel paese con l’espulsione illegale del presidente Manuel Zelaya manu militari e l’instaurazione di un regime de facto capeggiato da Roberto Micheletti. Circa un milione di votanti risiedono negli Stati Uniti e quindi la posizione adottata così come l’informazione diffusa negli USA potrebbe risultare un fattore chiave per orientare l’opinione pubblica di questi emigranti.
Il Fronte di resistenza contro il colpo di stato in Honduras ha chiesto alla gente di non andare a votare dato che la speranza del governo de facto è che vi sia un’affluenza di massa che possa in qualche modo legittimare le elezioni di fronte alla scettica comunità internazione. Ci sarà quindi una scommessa con relativa partita anche sui numeri.
I partiti che hanno deciso di prendere parte alla sfida elettorale sono il Partido Nacional con il favorito Porfirio Lobo (arrivato secondo dietro Zelaya nel 2005), il Partido Liberal di Elvin Santo (cui appartengono anche Micheletti e Zelaya), il Partido Democrata Cristiano di Felicito Avila, il Partido Union Democratica, più “a sinistra” col candidato Cesar Ham e infine il Partido Innovacion y Unidad Social Democrata con Bernard Martines, detto “l’Obama dell’Honduras”. Ad ogni modo bisogna chiedersi soprattutto che rilevanza abbia parlare di candidati e proposte elettorali nel contesto attuale in Honduras. Maggiori dettagli sui candidati:
http://www.bbc.co.uk/mundo/america_latina/2009/11/091125_honduras_candidatos.shtml
Per un riassunto della crisi da giugno a ottobre e alcuni aggiornamenti in seguito al non adempimento degli accordi per la restituzione di Zelaya:
https://lamericalatina.net/2009/10/14/per-capire-il-golpe-in-honduras-tutta-la-storia-della-crisi/
https://lamericalatina.net/2009/11/14/appello-del-presidente-legittimo-dellhonduras-alla-comunita-internazionale-dopo-il-fallimento-dellaccordi-con-i-golpisti/
Altri paesi latino americani come il Brasile, il Venezuela, l’Argentina, il Paraguay, il Cile, la Bolivia, l’Equador, la Guayana, il Suriname, invece, configurano un altro blocco che non esita a rinnegare il risultato della “farsa elettorale” orchestrata in Honduras quale che sia il risultato finale. Sul quotidiano inglese The Guardian è uscita una lettera firmata da 76 personalità britanniche che esortano i governi del mondo a non riconoscere le elezioni programmate per domenica 29 novembre.
A questo link potete leggerla integralmente:
http://selvasorg.blogspot.com/2009/11/honduras-inminente-fracaso-electoral.html
Segnalo inoltre il bell’articolo di Martin Iglesias che considera il trattamento e le “verità”” che la stampa italiana ha gestito riguardo l’Honduras, il golpe e le elezioni, fatto che mi sembra emblematico di una realtà più ampia ed esemplifica la portata e le interpretazioni che più o meno coscientemente vengono date sui temi latino americani.
http://redinfoamerica.ning.com/profiles/blogs/sventato-golpe-in-honduras-la
Cito alcune conclusioni dell’autore:
“Non è vero, insomma, che l’Honduras “non merita attenzione” sui media italiani, anzi come dimostrano le inchieste esclusive e le occasioni d’interviste i riflettori sono accesi sulla piccola nazione centroamericana. Ma è la qualità e non la quantità d’informazione che merita una discussione, aperta, leale e franca sulle capacità di offrire informazioni che tengano conto di fonti, documenti e testimonianze a supporto del fruitore di notizie e della capacità di analisi e critica individuale di ogni singolo lettore. Forse in Italia, nel nostro mondo di giornalismo e informatori, crediamo ancora poco alla maturità della pubblica opinione, che deve essere “istruita alla verità” dei fatti, piuttosto che dare loro gli elementi della notizia e gli strumenti affinché si crei un opinione il più personale possibile. Ma è un discorso complesso e che va oltre le minute ed esili notizie di diritti umani e diritti democratici calpestati nel piccolo Paese dell’Honduras”.
Infine riporto qui l’appello in italiano che riassume i fatti delle ultime settimane e avanza alcune richieste che mi sembrano legittime e giustificate alla luce del chiaro fallimento degli accordi tra Zelaya, MIcheletti e i rispettivi gruppi di sostegno che avrebbero dovuto portare a un governo di unità nazionale vero in honduras per poi traghettare il paese a delle elezioni libere e competitive. Mi sembra un appello condivisibile. A voi i commenti.
Le organizzazioni sociali, politiche e solidali e le persone che firmano a titolo personale dichiarano:
1. Il colpo di Stato in Honduras, con la partecipazione complice degli Stati Uniti d’America, materializzato da Micheletti e dal suo regime di fatto, ha portato l’assassinio di 21 persone, 4.234 denuncie per violazioni delle libertà fondamentali, 7 attentati, 95 minacce di morte, 133 casi di tortura, 394 persone con lesioni e 211 ferite a causa della repressione, 1.987 arresti illegali, 2 tentativi di sequestro e 114 prigionieri politici accusati di sedizione. E ogni giorno questi numeri continuano ad aumentare.
2. I golpisti si mantengono al potere dimostrando con questo gesto il loro profondo disprezzo per la democrazia e di non riconoscere il diritto sovrano dei popoli di esprimere la propria volontà attraverso del voto. Il tempo ha dimostrato che le manovre del governo statunitense e quelle dell’Organizzazione degli Stati americani, sottomessa agli interessi del primo,
non pretendevano di difendere la democrazia, bensì semplicemente dilatare, istruire ed infine appoggiare coloro che pretendono di portare a termine una farsa elettorale.
3. Dopo il 30 ottobre, gli Stati Uniti d’America hanno manovrato e reso possibile l’accordo tra il governo presidiato da Manuel Zelaya Rosales e i golpisti, il cosiddetto Accordo Tegucigalpa/San José, che legittimerebbe le elezioni del 29 novembre evitando che il movimento popolare arrivi a partecipare a queste con i propri candidati.
I golpisti non hanno rispettato l’accordo. Il presidente costituzionale è ancora inchiuso nell’ambasciata di Brasile, la repressione continua. In un gesto di cinismo senza limiti, gli Stati Uniti si sono affrettati a dichiarare il loro irconoscimento delle elezioni. Il presidente Manuel Zelaya Rosales ha denunciato il clima di totale impunità all’interno del quale si realizzeranno le elezioni del 29 novembre. Allo stesso tempo il Fronte nazionale di resistenza assieme ad altre forze democratiche ha annunciato che non andrà alle urne e che boicotterà la farsa elettorale.
4. La maggioranza dei mezzi di comunicazione, al servizio dell’oligarchia, degli imperialismi e delle imprese trans-nazionali, ha già dato per terminata a crisi e vogliono legittimare le elezioni del 29 de novembre del 2009.
Nonostante questo sforzo coordinato e mediatico di annunciare la fine della crisi, la lotta del popolo honduregno continua e reitera le sue petizioni:
1) Il ritorno incondizionato del presidente Manuel Zelaya Rosales alla residenza della Repubblica dell’Honduras, ripristinando la situazione esistente prima del 28 giugno 2009.
2) Disconoscimento del processo elettorale del 29 novembre 2009.
3) La convocazione di un’Assemblea costituente, ancora di più dopo la rottura el ordine costituzionale da parte della casta politica oligarca.
4) La condanna e punizione per i golpisti ed i loro complici.
Inoltre, sommandoci a queste petizioni legittime del popolo honduregno, chiediamo ai governi e alle istituzioni internazionali di non riconoscere le lezioni del 29 novembre, di non inviare nessun tipo di commissione o missione di osservatori internazionali e di mantenere la pressione politica, economica e finanziaria contro la dittatura civica-militare imposta dall’oligarchia e dall’imperialismo, di disconoscere le autorità false che pretendono di presentarsi come rappresentanti del popolo honduregno.
Libertà per il popolo honduregno
Barcellona, novembre del 2009
Firmanti:
Assemblea de Solidaritat amb el Poble Hondureny de Catalunya
Collettivo Italia-Centro America
Associazione Italia Nicaragua
Per aderire: asp.hondureny@gmail.com
http://redinfoamerica.ning.com/profiles/blogs/appello-internazionale-per